Il mercato degli Aragonesi a Palermo (film muto)

di

 Nosrat Panahi Nejad

A Eugène Atget,  Fotografo

©Nosrat Panahi Nejad mercato degli Aragonesi


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Il testo citato è da :
La città che cambia Restauro e riuso nel Centro Storico di Palermo
Comune di Palermo, Assessorato al Centro Storico, I volume”

A cura di

Giuseppe Di Benedetto

             

                Negli itinerari entro le mura di Palermo- La città ritrovata, Adriana Chirco, ed. Dario Flaccovio, 1996, descrive, il quartiere detto degli”Aragonesi” dove abitavano alcune famiglie venute in Sicilia a seguito della corte aragonese nel XV secolo: questo era un intricato rione assai caratteristico formato da una miriade di vicoli e piccoli cortili che nella tradizione popolare divenne sinonimo di ambiente popolaresco e rumoroso, tanto che vi erano ambientate le cosidette “vastasate” ossia le commedie in gergo popolare e con personaggi tipici”. (…)

Dopo il 1860 gran parte del popoloso quartiere venne smantellata per far posto ad un nuovo mercato coperto, previsto dall’Amministrazione Comunale. Nel 1866 la Giunta Comunale decise di mettere a punto un Piano per l’ubicazione dei mercati cittadini, consistente nell’individuare quattro aree, ognuna all’interno di ciascun Mandamento, da destinare alla realizzazione di mercati coperti.

Il piano venne redatto dall’ingegnere municipale Giuseppe Daminani Almeyda. (…) Per©Nosrat Panahi Nejad mercato degli Aragonesi il Mandamento Monte di Pietà venne individuata l’area compresa tra le attuali via Sant’ Agostino, via San Gregorio, piazza degli Aragonesi e via degli Aragonesi. Per far posto alla costruzione del padiglione del nuovo mercato, fu prevista la demolizione di parte del fatiscente rione del quartiere Capo, denominato Chiasso o Cortile degli Aragonesi.

Una volta eseguite le demolizioni, inizarono i lavori per la realizzazione della nuova struttura che doveva accogliere il mercato, su uno schema di progetto redatto dallo stesso Almeyda. Si trattava di una grande copertura metallica,  sostenuta da 14 colonne in ghisa, capace di contenere al contempo, le botteghe, gli spazi comuni, i corridoi (vere e proprie strade coperte) e le scale circolari in legno e pietra, di accesso al piano seminterrato, laddove trovano posto le cantine ed i magazzini di servizio alle singole botteghe, per il deposito delle derrate alimentari.

Il grande Mercato Coperto venne portato a termine nel 1874, ma non riuscì mai a soppiantare in termini di uso e di fruizione cittadina, il tradizionale mercato del Capo lungo la via Carini e restò  come scrive Rosario La  Duca  in  Mercati di Palermo, Sellerio, Palermo 1994: “ignorato dal pubblico restìo ad abbandonare abitudini da gran tempo consolidate, sicché nel 1887 l’Amministrazione Comunale si vide costretta ad abolire e ad utilizzare l’edificio per altro uso”.

 

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©Nosrat Panahi Nejad ” Il mercato degli Aragonesi”