Antonio Pizzuto e Madeleine Santschi “O dolce legno”
15 marzo 1997 a Roma presso l’Archivio Storico Capitolino alla Sala Borromini s’ inaugurava La fondazione Antonio Pizzuto. In occasione veniva presentato oltre il primo numero dei Quaderni pizzutiani ideati e diretti da Maria Pizzuto e dal sottoscritto, la creazione della Fondazione Antonio Pizzuto ad opera della figlia Maria Pizzuto. Erano presenti molti conoscitori di Antonio Pizzuto e tra questi anche Madeleine Santschi, traduttrice di Antonio Pizzuto in lingua francese di Pagelle I e Pagelle II e Ultime e Penultime. In quell’ occasione intervistai, nella casa romana dello scrittore, la signora Santschi. Il reso conto filmico di quella breve ma illuminante intervista ora e a distanza di 18 anni viene montato e pubblicato sul mio sito. E poichè la signora Santschi durante l’intervista ha letto la pagella n. XV dal titolo O dolce legno in italiano e in francese qui sotto riporto il testo integrale in italiano. Nosrat Panahi Nejad
O dolce legno
in privilegiata esistenza indomito contro insidie a germoglio radica foglioline, assetando, ancora nel fracido, sotto rosura, e se oppresso, o guasto, distrattine coltelli titirei, capre, saette, albero senz’altra sorte, ceduo, ingenerativo, sol ricco di cicatrici. Discostivi uccelli, in scanso la lucertola: bosco retrorso all’inaridire da presso. Tribolati stuoli concorrenti ascoltando avidi mai sempre inopinabile verbo, appena inteso legge eterna; poi accolti in giro, non che accegge, pane azzimo cibo sospeso, interrogativi chi tu? Amare nemici. Pur meccanica una giustizia di qua. Lode al prevaricatore furbo. Nel pergere accalcati dattorno, limpida effondendosi l’aramaica favella oltre plaga, eminente spesso, più o meno lungi, come agile campanile esso fusto in crescita: l’òcchiola scure ben prossima a reciderlo.
Antonio Pizzuto
dalla Pagelle volume I
pagina 119, ed. Il Saggiatore, Milano. 1973
© Nosrat Panahi Nejad “Maria Pizzuto dietro la scrivania di Antonio Pizzuto.
Sulla parete accanto al ritratto di Antonio Pizzuto si vede il ritratto fotografico di Zia Rosina”.